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"Il jazz, nonostante abbia dato origine alla musica commerciale fin dalle sue origini che risalgono al 1917, non è mai stata una musica di massa. È stata,invece,la passione di una minoranza e l'interesse da parte di una minoranza verso questa musica è andato nel tempo sempre più diffondendosi. Parlo di minoranza perché questo testo affronta un problema politico legato al jazz, alla musica afroamericana e al popolo africano che, nonostante tutto, in America non era più un popolo, ma una razza in minoranza che veniva (e viene ancora) trattata come tale, senza diritti e senza potersi emancipare dall'uomo bianco né avere una sua dignità e autonomia. Nel primo decennio del secolo scorso però il jazz veniva considerato musica folkloristica americana e, in seguito, musica d'arte americana. Grazie alla passione e alla divulgazione di questa arte da parte della minoranza più o meno colta, il jazz ha superato i limiti del folklore e del territorio ed è diventato cultura del mondo. A mio avviso, la figura più rappresentativa del secolo scorso, che ha aiutato gli afroamericani a prendere coscienza della loro identità di cultura subalterna alla cultura del popolo bianco, è certamente quella di Malcolm X." (L'autore)